sabato 13 ottobre 2018

L'ETICA QUESTA SCONOSCIUTA.....



Nel linguaggio filosofico l’etica viene definita come ogni dottrina o riflessione speculativa intorno al comportamento pratico dell’uomo, soprattutto in quanto intenda indicare quale sia il vero bene e quali i mezzi atti a conseguirlo, quali siano i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri, e quali i criteri per giudicare sulla moralità delle azioni umane (Treccani).
Sento spesso gente che parla di etica, ma poi quando si tratta di comportarsi osservandone quelli che dovrebbero essere i dettami, allora tale parola viene completamente disattesa!
Io credo che per avere un minimo di senso etico, bisogna avere una coscienza che funzioni bene, oltre che una spiccata sensibilità. Sono tutte doti morali che devono essere inculcate ai nostri figli fin dall’infanzia, durante gli anni dell’adolescenza, continuando fino al loro completo sviluppo intellettivo.
Ovvio che se ad un bambino gli è stato insegnato che rubare è una regola primaria nella sua vita e, che per esempio non farlo sia l'eccezione, la sua coscienza si svilupperà su questi standard!
Ritengo che la società odierna sia impostata sulla furbizia, sul fregare il prossimo, non di certo sull'onestà! Siamo nell’era dove il più furbo ha la meglio sull’onesto, il quale il più delle volte viene incastrato proprio dal furbetto di turno. I furbetti sono un po' dappertutto, volete che non ce ne siano anche nel nostro campo!? Già…..nel mio settore (settore immobiliare), fra i miei colleghi c’è ancora molta strada da fare in quanto a Etica e Coscienza! Premetto che per fortuna ho fior di colleghi e Professionisti con la “P” maiuscola, ma c’è un discreto numero di colleghi che attuano ed inculcano ai loro Agenti (sempre che questi lo siano davvero!) modus operandi sicuramente privi dei Valori già citati all’inizio di questo articolo.
Sentite questa: la settimana scorsa, sono stato incaricato dal proprietario di un immobile, con contratto scritto in esclusiva, di trovare un acquirente per la sua casa. Egli mi aveva comunicato che fino a Luglio scorso, dello stesso immobile se n’era occupata un’altra agenzia, a circa 40.000 euro in più di adesso! Tuttavia l’incarico con l’agenzia è terminato a fine Luglio. Quindi da qualche giorno me ne sto occupando io, giusto il tempo di inserire l’immobile su tutti i canali di marketing ( portali immobiliari, sito internet, social network, giornalino ecc. ) che il proprietario riceve immancabilmente la telefonata da uno degli agenti dell’agenzia poc’anzi citata, il quale riferisce che un cliente portato in passato avrebbe voluto rivedere il suo immobile. Ma non finisce qui! Come se non bastasse l’agente che ha chiamato, suggerisce che in caso di appuntamento in loco con il loro cliente, nessun cartello della nostra agenzia doveva figurare sul portone d’ingresso del condominio, inventando scuse a dir poco ridicole! Ovvio che la paura del furbetto, stava nel fatto che il cliente portato in visita, avrebbe potuto vedere che quell’immobile era proposto da un’altra agenzia, di conseguenza loro oltre a non fare una bella figura, avrebbero rischiato che poi quel cliente avesse potuto contattarci, e quindi addio provvigione!
Il proprietario dopo essersi interfacciato con me tuttavia, decide di inviare loro una mail, invitandoli a contattarmi in quanto detentore dell’incarico di vendita in esclusiva, informandoli di voler rispettare l’accordo preso col sottoscritto, ma soprattutto li mette al corrente della mia assoluta disponibilità a collaborare nella suddetta vendita.
Insomma sembra che il classico “scavalco” questa volta non debba andare in porto.
L’agente in modo piuttosto piccato, risponde alla mail, che lui non è tenuto a prendere contatti con nessuno, che se il proprietario è d’accordo si fa l’appuntamento, altrimenti non se ne fa nulla! Premesso che sia vero che ci sia questo fantomatico cliente, cosa costava al collega chiamarmi e chiedermi di collaborare? Nel caso in cui l’appuntamento avrebbe poi portato alla vendita dell’immobile, lui avrebbe percepito il suo compenso dalla parte acquirente, mentre io lo avrei percepito dalla parte venditrice, in questo modo tutte le parti avrebbero raggiunto il risultato sperato.
Certo! Lui puntava a fare la cosiddetta “doppia”, quindi percepire la provvigione sia dal venditore che dall’acquirente, estromettendo il sottoscritto, di conseguenza io avrei dovuto rivalermi sul proprietario facendomi versare la clausola penale prevista nel contratto.
Come si suol dire, “chi troppo vuole nulla stringe”.
Tutto ciò per dire che questo tipo di comportamento non è assolutamente etico, che questi individui pensano solo ed esclusivamente al raggiungimento degli obiettivi (fatturato!), e pur di raggiungere numeri da capogiro, sono pronti a passare sopra a tutto e a tutti!
Manca la cultura etica, manca il senso del rispetto, mancano i valori, non riusciamo a capire che il cliente dev’essere messo al centro del nostro progetto lavorativo, che prima di tutto viene il raggiungimento del risultato per cui il cliente si è rivolto a noi, poi di conseguenza arriveranno i numeri e il fatturato!

     Da sempre ripeto a mio figlio questa frase:
Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te!”.

Grimaldi Sabino
Tel. 339/7104727
Pinerolo li 13/10/2018
Ore 11.52









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